Calzature italiane da oltre 100 anni
La storia del Calzaturificio Fratelli Battistini
Da Trento a Forlì, da Monastier al mondo intero.
“Oltre un secolo di storia aziendale, tutta dedicata alla produzione di calzature”.
L’esperienza del Calzaturificio Battistini, diventato Fratelli Battistini S.p.a., si può riassumere in queste semplici parole. Se si riflette un secondo, ricordando quanti avvenimenti hanno caratterizzato il cosiddetto “Secolo breve”, ci si può rendere conto della vera forza dell’azienda, capace di superare il turbolento periodo delle Guerre mondiali, di svilupparsi negli anni della ricostruzione e del boom economico e di adattarsi ai nuovi scenari imposti dal fenomeno del mercato globale.
Ma come è iniziato tutto?
La storia della Fratelli Battistini S.p.a. è nata dalla collaborazione di 5 fratelli che, dopo aver lasciato Comasine, il luogo natìo in provincia di Trento ad inizio del XX° secolo, il 1° ottobre 1917 aprirono a Forlì un’attività di commercio di rame e cuoio e di produzione di calzature.
L’attività, pur potendo contare solo sulle proprie forze, crebbe in modo continuo, al punto da assumere rilevanza nazionale.
Dai cinque fondatori iniziali si passò ai 600 operai negli anni ’30, tra cui 500 donne, per le quali l’azienda ha sempre avuto un occhio di riguardo.
“La ditta ha dato ai propri dipendenti condizioni agevoli di lavoro costruendo laboratori
comodi, vasti, ariosi.
Apposito locale è adibito a refettorio per quegli operai che abitando in località decentrate
non possono recarsi alle proprie abitazioni per il consumo dei pasti.
Dato il rilevante numero di personale femminile impiegato, la fabbrica è provvista
di locale per l’allattamento.”
(cit.: AS-FC, Prefettura di Forlì, Gabinetto, 1935, b. 325, Categoria 9, fascicolo 1 “Onoreficenze”)
Con la militarizzazione dell’economia del secondo decennio del Fascismo, l’azienda venne analizzata minuziosamente, al fine di comprenderne le potenzialità in caso di evento bellico. Nonostante l’autarchia e il conseguente adattamento delle tecniche produttive rispetto alla difficoltà di reperire materie prime estere, lo stabilimento di Forlì continuò nella sua produzione ed ebbe un ruolo importante durante la Seconda Guerra mondiale. Dal 1940 in poi fu uno dei fornitori dell’Esercito italiano per la produzione di calzature.
Durante la guerra ci furono diversi episodi degni di nota, tra cui scioperi, trattative sindacali e modifiche agli orari lavorativi per evitare i bombardamenti. Il tutto culminò con il saccheggio dello stabilimento, prima da parte dei Tedeschi in ritirata e poi da parte della popolazione locale.
Lo stabilimento potè risollevarsi, nel periodo iniziale dell’Italia repubblicana, grazie agli aiuti del Piano Marshall. Mediante questo nuovo canale, iniziò ad aprirsi anche il mercato civile americano.
Per i conseguenti problemi logistici dettati dalla posizione dello Stabilimento nel centro di Forlì, prese sempre più piede la decisione di costruire una nuova sede. Il luogo preposto fu Monastier, in provincia di Treviso, dove si pose la prima pietra nel 1961, e dove nel 1966 venne trasferita la sede legale dell’azienda. Lo stabilimento di Forlì proseguì la produzione di calzature per gli U.S.A fino ai primi anni settanta. Successivamente continuò con la fornitura ad enti pubblici (Esercito, Marina, Aviazione, GdF, Arma dei Carabinieri, FF.SS etc), anche nel nuovo stabilimento a Villa Selva, rimasto in produzione fino al 1994. Il vecchio stabilimento in centro a Forlì è diventato sede dell’Archivio di Stato.
Nel frattempo si era delocalizzata nei primi anni novanta la produzione di Forlì costruendo un nuovo stabilimento in Portogallo a Rio Maior, con una manodopera non più completamente italiana. La filiale portoghese ne sostituì gradualmente la produzione, fino a cessare la propria attività nel 2007.
Lo stabilimento di Monastier ha interrotto la produzione di articoli di gomma nel 2005, ma continua tutt’ora la propria attività di distribuzione e commercializzazione dei suoi marchi di stivali in gomma e articoli sportivi fatti produrre su proprio know-how in Est Europa ed Estremo Oriente.